"Diversamente da quanto indicato nell’inventario del patrimonio del castello, compilato da Noemi Gabrielli, la tela in esame rappresenta non una principessa di Casa Savoia, ma una arciduchessa della dinastia imperiale degli Asburgo e più precisamente Margherita d’Asburgo-Austria Stiria (Graz, 1584-San Lorenzo de el Escorial, 1611). Figlia dell’arciduca Carlo II di Stiria, figlio cadetto dell’imperatore Ferdinando I, e di Maria Anna di Baviera, nel 1598 sposò Filippo III d’Asburgo-Spagna, divenendo regina di Spagna e di Portogallo. Numerosi furono i figli nati dal matrimonio, tra cui l’erede al trono Filippo IV e Anna moglie del re di Francia Luigi XIII. Si tratta dunque di una figura variamente imparentata, seppure attraverso alleanze nuziali, con i duchi di Savoia. Le fattezze del viso, dagli occhi rotondi e sporgenti e il lieve prognatismo rendono l’effigie conservata al castello di Racconigi confrontabile con i ritratti ufficiali della principessa oggi conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna e al Prado di Madrid. Anche i caratteri dell’abbigliamento, in particolare la larga golilla, rientrano pienamente tra le tendenze della moda principesca femminile tra fine Cinquecento e inizio Seicento. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento" [1]
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